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di Manuel Ochsenreiter
Proviamo a dare uno sguardo a cosa è successo ieri ed alle reazioni delle autorità tedesche: subito dopo l'attacco terroristico a Berlino le reazioni sono state praticamente pari a zero. Sono intervenuti i capi di stato e di governo stranieri, per esprimere la loro solidarietà, mentre il silenzio dei politici tedeschi era assoluto ed assordante.
Poco dopo hanno finalmente parlato alcuni esponenti politici dei partiti tradizionali che dichiaravano di augurarsi che la tragedia accaduta fosse dovuta ad un incidente e non ad un attentato terroristico.
Evidentemente avevano paura delle conseguenze politiche.
Il commento più stupido è stato probabilmente quello del vice presidente federale del Partito Socialdemocratico (SPD), che ha affermato: "In una democarazia liberale non è possibile avere certezze assolute". Un affronto sconvolgente nei confronti delle 12 vittime del terrorismo.
La cantilena secondo cui non era possibile affermare con certezza che si trattava di un attentato terroristico è poi proseguita. Mentre i media del mondo intero già parlavano di "attacco terroristico", il mainstream politico-giornalistico tedesco continuava ad evitare di usare questa espressione.
Oggi, finalmente, è arrivata una dichiarazione fredda ed imbarazzata della Cancelliera Angela Merkel che ha ammesso l'ipotesi di un attacco terroristico. E' necessario stare attenti alle parole, visto che il sospettato autore della strage, l'immigrato illegale proveniente dalla Tunisia, che ha fatto il suo ingresso in Germania nel 2015, non è stato preso con la pistola fumante in mano. Quest'uomo, infatti, non si troverebbe sul suolo tedesco se lei non avesse aperto le frontiere ad una massa enorme di immigrati.
Questa è la situazione attuale. I rappresentanti politici dei partiti tradizionali sanno solo ripetere che la loro principale preoccupazione non è il terrorismo, ma l'avanzata della destra populista.
Eppure siamo ormai abituati a simili, assurdi atteggiamenti delle classi dirigenti tedesche. Lo stesso tipo di reazioni si ebbero in occasione dell'analogo attentato di Nizza in Francia. Anche allora le immediate dichiarazioni non sapevano far altro che ribadire la solidarietà a favore degli immigrati e l'ostinazione a non voler cambiare la politica in tema di immigrazione.
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Berlino La Merkel depone fiori[/caption]
L'ironia è davvero la principale arma ideologica da usare contro il sistema imperante in Germania. Tutti i principali leader hanno ormai perso completamente il contatto con la realtà sociale e si rifiutano di guardare in faccia la minaccia terroristica e i problemi sorti a causa della crisi migratoria.
Già anni fa i giornalisti e i politici tedeschi controcorrente avevavo messo in guardia: "Se permettiamo a tutti di entrare, entreranno anche i cattivi". Ma questa semplice verità è stata completamente negata dai governanti tedeschi.
AFD Convoca marce di protesta contro la politica migratoria della Merkel
Alternativa per la Germania (AFD) ha convocato una protesta davanti al sede della Cancelleria per esigere la fine della politica di asilo di Angela Merkel, dopo l'attentato del Lunedì a Berlino, con dodici morti e mezzo centinaio di feriti. Il vicepresidente della AfD, Alexander Gauland, e il leader regionale nel land della Turingia, Björn Höcke, entrambi rappresentanti dell'ala più identitaria della formazione, hanno chiamato a manifestare all'ultima ora del pomeriggio davanti alla sede del Governo, dietro lo slogan "Adesso Basta Invasione".
"Le vittime del codardo attentato meritano un degno atto di omaggio", nota Hoke, attraverso la sua pagina Facebook, e mentre proseguono le indagini intorno all'attacco, che si è prodotto con l'improvvisa irruzione di un Tir sulla folla di un mercatino di natale a Berlino.
Secondo Hoke,
è arrivato il momento di fronteggiare e bloccare la politica di asilo che la Merkel seguita a difendere. La presidente del Partito, Frauke Petry, ha affermato già ieri che l'attentato del Lunedì contro il mercatino di Natale di Berlino ha dimostrato che la Germania "già non è un posto sicuro" ed ha richiesto alla Merkel di ristabilire i controlli alle frontiere.
Lo stesso giorno dell'attentato, il leader di AfD nel Land della Renania Nord Westfalia, Marcus Pretze aveva alluso alle vittime mortali dell'attacco attraverso twitter come "morti per causa della Merkel".
Alle proteste della AfD si aggiungono le nuove critiche lanciate dalla Unióne Socialcristiana di Baviera (CSU), partito alleato della Merkel, contro l'accoglienza indiscriminata dei rifugiati in Germania.
Il leader del partito, Horst Seehof che già da mesi insisteva con la cancelliera l'imposizione di un limite all'arrivo dei rifugiati, ha insistito ieri con questa richiesta e ha sottolineato che , a non accoglierla la cancelliera, il suo partito è disposto a passare all'opposizione.
La CDU e la CSU hanno avuto empre la pratica per decenni di dare il loro consenso alla cancelleria e a non farsi concorrenza fra le stesse forze della coalizione. La CSU era la formazione di maggioranza in Baviera, il Land più tradizionalista e conservatoree del paese e quello che ha subito la maggiore ondata migratoria con circa 1,2 milioni di rifugiatiche sono arrivati in Germania al principio del 2015.
Fonti:
Katehon
La Gaceta.es
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Traduzione e sintesi: Luciano Lago