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Il successo della AfD, una spina nel fianco per il fronte globalista di Merkel e soci

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di  Luciano Lago L'affermazione del Partito di AfD in Germania non è cosa di poco conto, con i suoi 87 seggi conquistati, quale terzo partito che entra per la prima volta nel Bundestag.  Questo successo della AdD equivale ad una spina nel fianco o ad un "sasso nella scarpa" per la Merkel e per tutto il fronte globalista pro UE e pro NATO. Non si tarderà a scoprire che, contrariamente alle fandonie propagandistiche dei media del sistema che definiscono questa una vittoria per i populisti e per gli estremisti di destra, la vittoria della AfD rappresenta in realtà l'affermazione di un partito di cittadini europei che sono indignati con l'attuale politica della UE nel suo insieme, oltre che della stessa classe politica tedesca asservita agli interessi della elite finanziaria e delle centrali atlantiste. A questi cittadini tedeschi che rappresentano una parte consistente dell'opinione pubblica in Germania, non piace il percorso intrapreso dall'Unione Europea e non condividono le politiche di austerità economica fatte a danno dei ceti sociali e le scelte di subordinazione agli interessi degli USA e della politica egemonica di Washington. Sono già partite le prime manifestazioni di ostilità contro la sede dell'AfD a Berlino già al momento dei risultati, con una turba di facinorosi, mobilitata per l'occasione, nel tentativo di assediare la sede di AfD e  gridare slogan contro razzismo e xenofobia. Sembra che lo stesso George Soros, tramite la sua Open Society, intenda finanziare una mobilitazione generale delle piazze nelle varie città tedesche contro l'AfD e indire  manifestazioni a favore delle politiche immigrazioniste che la stessa Merkel si appresta a riconsiderare, causa la forte perdita di consensi subita in queste ultime elezioni. Per diffamare i dirigenti del partito AdF e screditarne la linea politica sono iniziate a circolare voci che sostengono (tanto per cambiare) che ci sia la "longa manus" di Mosca nel sostegno a questo partito e di conseguenza una intromissione russa nelle elezioni tedesche. In realtà risulta che a questo partito hanno aderito molti cittadini tedeschi di origine russa, persone etnicamente tedesche ma che provengono dai paesi dell'antica URSS e che si erano trasferiti in Germania, in maggioranza durante il periodo degli anni '90. Nella sola Berlino ci sono circa 210.000 tedeschi di origine russa che condividono gli stessi valori tradizionali di attaccamento alla famiglia ed alle tradizioni culturali proprie della Russia di oggi e che contestano la linea globalista, le politiche immigrazioniste e l'ideologia relativista pro gender e pro matrimonio gay, ecc., la stessa che viene diffusa dalle centrali della UE oggi in Germania come in altri paesi europei. Questo nucleo di cittadini tedeschi di origine russa rappresenta una parte dell'elettorato della AfD e non ha mancato di far sentire la propria voce in varie occasioni di manifestazioni pubbliche. Molti dei dirigenti del Afd provengono dalla ex Germania dell'Est come la Frauke Petry, la presidente del partito. Alcuni sono cittadini russi, come Irina Smirnova, membro del consiglio del partito e che vive in Germania dal 2010 dopo essersi sposata con un cittadino tedesco. Tuttavia la stessa Smirnova viaggia spesso in Russia per i suoi legami famigliari e per la cattedra di docente presso l'Università di San Pietroburgo che occupa da alcuni anni. [caption id="attachment_26835" align="alignleft" width="300"] I due leader dei AfD festeggiano il successo[/caption] Non a caso l'orientamento in politica estra dell'AfD risulta nettamente contrario alla politica delle sanzioni contro la Russia ed apre la porta ad un riconoiscimento della Crimea come regione russa, mentre critica la politica di manifesta ostilità e di provocazioni militari attuata a più riprese dalla NATO in prossimità dei confini russi su istigazione di Washington. La AfD ha sempre sostenuto la necessità di un dialogo aperto e di una cooperazione economica e politica con Mosca da parte della Germania. Questa posizione ha attirato le critiche degli ambienti atlantisti e pro USA della politica tedesca che non hanno mancato di accusare la AfD di essere il "Partito di Putin" in Germania ed è probabile che si manifesterà una ostilità ancora maggiore da parte dei settori nocons di Washington che hanno sempre fatto di tutto per evitare un riavvicinamento della Germania alla Russia.

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